Capodanno di vino. Le nostre 5 etichette.

Velenosi, Tramin, Costaripa, Amastuola, D&D Maison Agricole sulla nostra tavola il 31 dicembre.

Capodanno di vino
Capodanno di vino

Capodanno di vino. Le nostre 5 etichette. Quest’anno niente veglione di capodanno passato in qualche claustrofobico esclusivo locale metropolitano, ne in qualche sperduto locale tra le campagne italiane. Posso scappare in ogni luogo o pagare qualsiasi cifra ma non potrò fuggire dal sovraffollamento, servizi fast and furious e ondate di istericità collettiva. Ho fatto due conti e scoperto che alle stesse cifre posso dedicarmi un cenone luculliano. Certo dovrò rimboccarmi le maniche e non essere servito e riverito ( per chi vuole tradurre in disservito e irriverito in base alle proprie esperienze) .  Almeno il 31 dicembre vorrei rilassarmi e godermi la serata ma quest’anno faccio un cambio radicale ed entro in modalità  “Mi servo da solo e mi tratto da re”.

Il capodanno può essere una sera indimenticabile anche semplicemente trascorrendolo in famiglia assaggiando prelibatezze fuori dal comune. Forse condividerò la serata con gli amici e le prelibatezze potrebbero aggiungere anche momenti di confronto e spunti di riflessione enogastromica molto importante. Conti alla mano dieci persone che passano il capodanno fuori le mura di casa e spendono mediamente 100 euro, hanno un budget comune di circa 1000 euro. Cosa si può comprare con questi soldi? Che acquisti potrei permettermi a capodanno? Quali prelibatezze posso portare sulla tua tavola?

Capodanno, un’occasione per sperimentare

Non aggiungo altro. Potrei veramente assaggiare vini che non sono alla mia portata durante il resto dell’anno. Ma non voglio arrivare a questo. Sarebbe troppo facile proporre un menù casalingo da 100 euro a testa.  Punto invece decisamente su un menù di qualità che sia riguardoso anche del portafoglio, perché a capodanno non è sempre necessario spendere cifre importanti per assicurarsi la riuscita della serata. E così con lo staff di Enoracolo è iniziata la progettazione del menù.

Abbiamo selezionato 5 vini che possono accompagnarci dall’antipasto fino al dolce. Per farlo abbiamo deciso di affrontare una sfida, ovvero scegliere un percorso che giocasse su un viaggio dalle acidità alle morbidezze.  Partire dal protagonismo delle freschezza fino a lasciare il palcoscenico alla morbidezza così da avvicinarci al nuovo anno.

Per voi che state leggendo quest’articolo e pensate di prendere spunto dalla nostre idee abbiamo una sorpresa. Ovvero evitiamo di influenzarvi sulla scelta della prima bottiglia che stapperete nel nuovo anno.

Per le bollicine della mezzanotte lasciamo a voi questa scelta. Ognuno deve essere libero di spendere e scegliere ciò che vuole per brindare al 2019.

VELENOSI, Gran Cuvèe Metodo Classico.

E’ d’obbligo iniziare e chiudere la serata con delle bollicine, possibilmente metodo classico. Noi iniziamo con un Brut di Chardonnay e Pinot Nero della cantina Velenosi.  Allevati con sistema a Guyot in un impianto di 5000 piante per ettaro nel comune di Ascoli Piceno. Affinamento di 36 mesi sui lieviti rendono questo metodo classico particolarmente fine a naso e palato.

Un bel giallo paglierino dai riflessi dorati si apre agli occhi. Cosi brillante da permetterci  di aprire le danze con eleganza. Sprigiona intensi profumi di crosta di pane appena cotto e pasta di biscotto.  Leggerissima frutta a polpa bianca e delicate note erbacee vanno a sostenere un sottile profumo di fiori di campo. Il bouquet viene completato da miele d’acacia e ritorni sfuggenti di speziatura. In bocca ci ricorda subito l’eleganza della sua bollicina. Fine. Delicata. Accarezza al lingua per lasciare poi spazio e scena al corpo di questo vino che non si fa desiderare. La freschezza dona quel brio che lo esalta negli antipasti e ne invogliano la bevuta nonostante sia appagante già ai primi sorsi.

La persistenza del gusto ci lascia quella splendida sensazione di crosta di pane e miele che ci fa tornare bambini.

Lo abbiniamo con un antipasto di mare composto da baccalà mantecato con polenta fritta e pistacchi, una tempura di pesce, tartine con caviale e Flan di topinambur con acciughe e fonduta di Toma.

 CANTINA TRAMIN, Stoan

Doveroso omaggiare l’Alto Adige nel nuovo anno visto la soddisfazione che ci ha regalato nel 2018. Per farlo ci siamo orientati verso una della cantine più rappresentative della zona. Soprattutto abbiamo  puntato la nostra attenzione su questo blend di Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinot Bianco e una piccola percentuale di Gewürztraminer. 

Colore giallo paglierino intenso dagli evidenti riflessi verdi. I profumi hanno un importante ventaglio fruttato. Agli agrumi si aggiungano pesca, mela, pera e banana. Oltre a questi troviamo diversi frutti esotici di cui l’ananas è forse il più intenso. Il Sauvignon Blanc viene rappresentato da leggeri sentori erbacei, sambuco e foglie di pomodoro. Il Gewürztraminer, oltre alla frutta esotica, fa sentire con moderazione il gelsomino.

Il leggero passaggio in botti grandi di legno ha smussato questo vino rendendolo più morbido e mantenendo inalterato il contenuto armonico dei profumi. In bocca questa morbidezza è fin subito evidente. Maschera un’acidità che in realtà è ben presente e ne permettere un discreto invecchiamento. La sapidità è poco percettibile tanto da rendere molto gradevole la bevuta.  Il finale di questo vino è decisamente lungo e caldo. In bocca ritroviamo fedelmente questa armonia dei sapori e sfruttiamo questa ricchezza insieme alla predisposizione ad essere particolarmente affabile al palato.

Lo assaggeremo degustando un risotto con pistilli di zafferano, riduzione di aceto balsamico, gambero rosso di mazzara del vallo, patanegra croccante e oro alimentare

COSTARIPA, Rosamara.


Costaripa
Costaripa

Continuiamo il nostro percorso enogastronomico spostandoci nella Valtenesi DOC. Cambiamo registro e inseriamo un rosato nel menù.  Il Rosamara è stato scelto per permettere un passaggio meno netto tra i bianchi e i rossi, bilanciando una discesa acida che non crei traumi alla nostra cena. Un blend di 4 vitigni, Groppello, Marzemino, Sangiovese e Barbera. Siamo onesti. Scegliere il vino rosato per questa occasione è stata la parte più difficile. Avevamo bisogno di un rosato di carattere che sapesse contrapporsi ad uno Stoan. Allo stesso tempo non volevamo un vino troppo fresco perché doveva avvicinarci alla morbidezza del rosso che seguirà. Inoltre era indispensabile che sapesse farsi rispettare in termini di persistenza sia per il piatto sia per i vini che lo precedono e lo seguono. Il vino di Costaripa è quello che più si avvicinava a questa idea.

Affronta un vinificazione a lacrima. Il 50% del mosto ottenuto viene vinificato in piccole botti di rovere per 6 mesi.  Il risultato è un vino dal colore rosa chiaro. Olfattiva molto interessante. I frutti rossi sono incisivi. L’amarena e il melograno si aprono molto bene. Emergono anche note di pesca e biancospino. Il legno ha trasmesso quel tanto di speziatura che lo rende elegante senza stravolgerlo. Sulla carta d’identità nella voce note riporta la dicitura “equilibrato al palato”. Componenti dure e morbide passeggiano mano nella mano.  In particolare la persistenza è ciò che ci ha convinto di più. Serviva un rosato che sapesse abbandonare il palato con lentezza. Ci piace il suo defilarsi lasciando una punta amara in fin di bocca. Questo pregio lo sfruttiamo per l’abbinamento. Abbiamo scelto i fusilloni con ricci di mare, fiori di zucca e burrata

AMASTUOLA, Centosassi


Amastuola
Amastuola

Sapevamo che il nostro percorso ci avrebbe portato in Puglia per la scelta dei rossi. E’ stato fin troppo facile proiettarci su un primitivo. Ancora più facile decidere di selezionare il Centosassi della cantina Amastuola.

Nel calice si nota subito un rosso rubino scuro quasi impenetrabile.  I profumi sono intensi, non si fanno aspettare. Non è necessario avvicinare il naso più di tanto al bicchiere per accorgersi della forza aromatica dei frutti rossi, visciole,  amarena, mirtilli. Segue un delicato profumo di violetta e rosa rossa. Un componente balsamica aiuta a sorreggere i sentori di pepe e cannella. Deliziose le note di frutta secca e datteri.  Il terreno conferisce spiccate note di mineralità. Un vino complesso. I dodici mesi di legno hanno permesso al Centosassi di regalarci piacevoli emozioni al palato. Aumentiamo il nostro percorso verso la morbidezza con questo Primitivo in purezza. L ‘acidità ne permette ancora il mantenimento ma questa 2012 che prepariamo per il capodanno non ha certo bisogno di sostare ancora in cantina per rendersi soddisfacente. Il tannino è vellutato, morbido, delicato.

Degustare il Centosassi  significa regalare un massaggio a gola e palato. Vino di lunga persistenza  con  la capacità di regalarci una retrolfattiva in grado di evolvere e riportare in sequenza i frutti rossi, la speziatura ed in finale le note di frutta secca. Il piatto che completerà questo vino sarà un guancia di maiale con purea di patate, pure di peperoni e fagiolini.

D&D MAISON AGRICOLE, Deux Petits Doux

Abbiamo parlato della D&D negli articoli passati. Per il vino dolce ci siamo affidati al suo Deux Petits Doux.

Un assemblaggio di uve stramature Muscat Blanc e Petit Arvine. In questa bottiglia da 0,5L  Un vino dolce ma mai stucchevole. La piacevolezza del Muscat Blanc si combina con la freschezza del Petit Arvine regalando un prodotto gradevole al naso e al palato senza mai essere ruffiano. Il coloro giallo dorato riflette contornato da sentori di miele e frutta gialla appassita. Alla lingua arriva subito un pizzico di dolcezza che viene mitigata da una giovane acidità e una lieve sapidità così da bilanciare minuziosamente il vino al palato. Il retrogusto è intenso con una discreta persistenza senza lasciare aloni dolciastri in bocca.

Chiudiamo il Menù in bellezza, abbinando questo vino con formaggi stagionati ed erborinati. Ci siamo proiettati verso il Monte di Malga affinato in paglia, Castelmagno, Monte Veronese  24 mesi, Occelli al pepe nero e bacche rosa, Blue D’Aoste.

Brindisi e dolci

Panettoni, pandoro, pasticceria secca, torroni al cioccolato e tutto ciò che gradite. Lasciatevi guidare dal vostro gusto e sentitevi liberi di osare e sperimentare ciò che volete fino alla mezzanotte abbinando ai dolci il vino o i vini che vi sembrano più adatti. Sta per finire l’anno e potete concedervi il lusso di azzardare anche abbinamenti spericolati. Per il brindisi del nuovo anno fatevi guidare dal vostro istinto, oppure andate sul sicuro e stappate il vino che preferite.