Serego Alighieri. Un luogo incantano nel cuore della Valpolicella. Una meta da inserire nel proprio itinerario alla scoperta di queste terre generose di ottimi vini. Magari integrandolo durante la partecipazione al Vinitaly concedendosi una giornata in questi possedimenti Masi. Nel comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, sotto l’occhio imperante di San Giorgio di Valpolicella, nel triangolo d’oro chiuso da San Pietro in Cariano troviamo 650 anni di storia, cultura e vino.
C’ERA UNA VOLTA…
Come in tute la favole si potrebbe iniziare con il “C’era una volta…”. Ed in effetti c’era una volta Pietro Alighieri, figlio di Dante Alighieri, che nel 1353 seguì il padre in esilio in questi luoghi. E di queste terre si innamorò tanto da farle divenire la sua residenza e lasciare qui l’eredità della famiglia Alighieri. Un ‘eredità che ha abbracciato una nobile famiglia veronese, quella dei Serego duecento anni dopo, quando gli Alighieri si ritrovarono senza eredi maschi. Unione non fu più felice per coniugare storia, cultura e vino. Fu difatti proprio Marcantonio Serego, nel XVI secolo a trasformare l’agricoltura di famiglia ed accrescerla, ponendo le solide base di un futuro nobile di viticoltura. Agli inizi del secolo scorso Pieralvise Serego Alighieri istituisce la scuola di Agricoltura proprio a Gargagnago per il reimpianto dei vitigni autoctoni appena attaccati dalla fillossera.
In questa tenuta è custodita gelosamente una vite di Molinara a piede franco con un secolo sulle spalle a testimonianza del forte legame con il passato. Nel 1973 le possessioni Serego Alighieri entrano nel gruppo Masi completando il proprio ciclo vitivinicolo avvalendosi di una delle azienda più forti nel panorama della Valpolicella.
Oggi la tenuta, oltre ad offrire vigneti e cantine di grande qualità, ha anche un’area adibita all’ospitalità. La vecchia foresteria è ora luogo per gli amanti del vino, del relax , della storia e della natura. In questi luoghi si trovano vigne antiche sui cui sono stati impiantati i cloni Serego Alighieri del molinara. Vigneti che è possibile vedere dall’alto della corte, luogo in cui si svolge la vita della tenuta. Tra queste mura ancora risieda il vecchio fruttaio utilizzato per l’appassimento. Si resta affascinati da questi graticci di bambù sui quali riposano la molinara, la rondinella e la corvina. Durante la nostra visita abbiamo potuto notare alcuni piccoli grappoli lasciati in esposizione per rendere magica l’atmosfera. Si respira Valpolicella, si respira Amarone in ogni spazio.
LA CANTINA
La visita è proseguita attraversando i vigneti tagliandoli verso sud. Una passeggiata che ci ha portato a toccare il terreno, a sentire la sua consistenza fino a raggiungere le cantine. Un luogo impressionante dove le botti di legno invitano a lasciarsi andare. Fusti di ciliegio da 600 litri che dominano da ogni angolo. E’ possibile ammirare le botti con apposte le firme dei vincitori del premio Masi.
Non vi nascondiamo il nostro piacere nel poter vedere una zona dedicata ai vini d’annata. Alcune vecchie bottiglie di Amarone del fine secolo scorso messe a dimora aspettando che il tempo faccia il suo lavoro.
Risaliamo lungo le vigne e ci rechiamo nella sala degustazione. Cinque vini selezionati ci attendo per farci toccare con mano quello che abbiamo visto. Ma soprattutto ascoltato. In questo lungo viaggio, quasi tre ore, un professionista è rimasto con noi non solo svelandoci ogni segreto della tenuta ma facendoci ripercorre 7 secoli di storia. Ma non si è limitato a questo, ci ha parlato di Amarone, di recioto, di vite passate, di come questi vini sono entrati prima nelle famiglie poi sui mercati internazionali. Insomma un professionista che in tre ore ci ha indottrinato sulla Valpolicella e questo è stato il valore aggiunto della visita.
LA DEGUSTAZIONE
Il viaggio degustativo ha toccato cinque etichette. Bonacosta, Valpolicella classico doc 2016. Brolo Campo Fiorin Oro vendemmia 2014. Vaio Armaron, amarone della valpolicella classico 2012. Osar, oseleta rosso del veronese vendemmia 2009 prodotto in 5650 bottiglie. Casal dei ronchi, recioto della valpolicella classico 2012.
Una degustazione per assaporare le sfaccettature di questi vitigni in tutte le loro espressioni e nelle diverse annate. Cui abbiamo aggiunto un ‘esperienza esemplare nel portare il calice alla bocca con una Oseleta in purezza.
Si respira classico, si beve classico. Un viaggio che ci ha riconciliato con una perla vitivinicola d’Italia. Una tappa per noi fondamentale per chi vuole scoprire la Valpolicella.
Guarda la nostra slider per vivere queste emozioni.