Cricova è una delle più importanti aziende vitivinicole Moldave con alle spalle una storia singolare. Oggi potremmo definirla la cantina dei record con i suoi 120 km di gallerie sotterranee. Gallerie che ospitano vini provenienti da tutto il mondo.
Al suo interno oltre le innumerevoli botti, sostano milioni di bottiglie. A 80 metri circa sotto la superficie si trova una vera e propria città, percorribile in automobile, dove poter ammirare i diversi settori della maestosa cantina.
Record e collezioni inestimabili
Tra questi settori il più importante è quello dedicato alle collezioni private. Cricova ,quindi, non è famosa solo per la sua estensione ma anche per la quantità dei vini di pregio che contiene al suo interno. Riconosciuta universalmente come luogo adatto alla conservazione dei vini, viene utilizzata da molti personaggi di spicco per invecchiare le loro bottiglie di pregio.
Tra questi molte autorità politiche. I Capi di stato di Germania e Russia conservano sotto questi tunnel sotterranei le loro bottiglie più importanti. Queste collezioni sono allo stesso tempo ricche di storia e testimoni di un passato neanche tanto lontano. Il gerarca nazista Hermann Goering aveva trasferito a Cricova i vini più pregiati che aveva razziato in giro per l’Europa. Collezione che venne poi smembrata e suddivisa dai vari paesi subito dopo la caduta della Germania. Vini del calibro di chablis , Mosel, Bordoeaux, Porto, Tokay furono nascoste in questa città sotterranea di 53 ettari che permette una temperature costante di 12-13 gradi e il 97-98% di umidità.
Oltre alle perle rare vengono custoditi due pezzi unici, ovvero il vino rosso “Pasqua Gerusalemme” prodotto nel 1902 in soli 400 esemplari ed il liquore Jan Becher, contenente estratti di 27 erbe medicinali, sempre con etichetta targata 1902.
Storia di Cricova
L’azienda nasce sulle ceneri di una vecchia miniera di calcare utilizzata per la costruzione di Chisinau. La conversione è avvenuta nella metà del secolo scorso. Conversione realizzata da Petru Ungureanu e Nicolae Sobolev i quali ebbero l’intuizione di prevedere come questi luoghi avrebbero conferito qualità all’invecchiamento del vino. Oggi Cricova si attesta tra le più importanti aziende Moldave e una tra le più in avanguardia , grazie all’utilizzo di tecnologie sofisticate per la vinificazione. La sua storia ed il suo brand internazionali sono stati premiati con il titolo di patrimonio culturale nazionale assegnato direttamente da una legge del parlamento moldavo. Questo riconoscimento viene riportato sulla capsula di ogni singola bottiglia (Vedi Foto lato).
Geograficamente si trova in una posizione di eccezione, i suoi 600 ettari si espandono dalla riserva naturale forestale di Codrii al complesso archeologico di Old Orhei. Gli inverni miti si alternano alle estati mai troppo calde ma abbondanti di sole. Il terreno è ricco di Chernozem e queste peculiarità ne fanno un luogo unico per la produzione dello spumante con il metodo classico. Ma non solo spumante, nei terreni a nord di Chisinau sono impiantati anche Sauvignon blanc, Rkaţiteli e Aligote. Mentre spostandosi più a sud, in zona Cahul al confine con la Romania, Cricovia concentra la sua produzione su vitigni quali Moscato, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Sauvignon Blanc e Merlot.
La Degustazione
Noi abbiamo degustato 5 vini di questa cantina. L’attenzione è stata posta soprattutto verso il loro metodo classico selezionando due bottiglie. A seguire il Codru, di cui sono importanti esponenti e un Cabernet Sauvignon di 17% con l’intenzione di valutare Struttura e forza di questo vitigno quando viene coltivato in Moldavia. Infine un Ice Wine, prodotto nei terreni più a nord dell’azienda, ovvero verso la città di Balthi dove il freddo consente anche questa tipologia di vino a testimonianza della varietà ambientale che può offrire il paese in ambito vitivinicolo.
Cuveè Prestige Brut Alb. Il primo dei due sparkling wine in degustazione. Ovviamente un metodo classico, tipologia di prodotto che contraddistingue la Cricova nel mondo. Un blend composto dai tre grandi classici, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. Agli occhi si apre un giallo chiaro brillante sostenuto da un bollicina fine, elegante e persistente. Leggero sentore di lievitazione accompagnato da profumi croccanti di frutta gialla e fiori bianchi. Finale aperto da un profumo delicato di biscotto secco cremoso e una nitida folata di mineralità. Uno spumante Brut con 36 mesi di affinamento che lo catapultano tra le più interessanti offerte in ambito spumante dell’azienda. In bocca l’acidità dona freschezza e brio. La bollicina conferma la sua eleganza, molto fine e gioviale, delicata sulla lingua e armoniosa al palato. Chiude una bella persistenza che regala un prestigioso ritorno di lievitazione e frutta secca.
Pinot Meunier Metodo Classico extra sec. Se preferite potete chiamarlo extra brut. Un prodotto nato sui terreni di Codru da uve accuratamente selezionate. Uno degli ultimi arrivati in casa Cricova e già un fiore all’occhiello. Uno spumante rosè di Pinot Meunier metodo classico. Già questo è sufficiente per attivare i radar in modalità curiosità. A questo aggiungiamo che sull’etichetta viene riportato in modo ben visibile il bollino Remuage Manual (Vedi Foto). La Cricova ha voluto dare vita ad un prodotto che fosse legato alla storia e alla tradizione. Un prodotto di nicchia che sapesse attirare l’attenzione degli appassionati di questa categoria di vino. Esperimento ben riuscito.
Lo sguardo rimane subito rapito dal color rosa chiaro brillante. Le bollicine sono finissime, piccole, e riempiono il calice salendo verso l’alto agili e veloci. La loro persistenza culla il degustatore che ama una bevuta di spumante lenta. Al naso è decisa la nota di pane cotto che fa da padrone di casa ospitando sentori di pere, albicocche e pesche. Ma non solo, troviamo anche il lampone e gli agrumi con finale di noce e rosa canina. La gustativa evidenzia uno spumante tutto sommato equilibrato nonostante l’ingresso acido possa ingannare il primo assaggio. Bollicina che ammalia la bocca, delicata, leggera, morbida. Il palato non viene aggredito, tuttaltro viene risvegliato dolcemente. Persistenza di discreta lunghezza e retrolfattiva ricca di fiori e frutta.
Un Rosè di sicuro interesse, da mettere a tavola con del sushi secondo il consiglio aziendale. Potrebbe essere una piacevole sorpresa.
Codru. Non poteva mancare nella batteria dei vini in degustazione un Codru. Non poteva mancare un bordolese made in Moldovan nella zona top per azzardare questo blend. L’analisi olfattiva porta sul taccuino la registrazione di note fruttate molto accese. Prugna, mirtilli, ribes e confettura di ciliegia. Fa capolino la rosa canina e la violetta. L’affinamento in botte di rovere ha conferito un leggero terziario composto da tostatura, caffè e cioccolato. Splendida percezione di nocciola tostata. Entra poi in scena da protagonista il peperone cotto cui fa da antagonista una speziatura pepata che non accetta il ruolo di comprimario. Chiude con una decisa e pulita nota ematica che si alterna alla balsamicità.
In bocca risalta la struttura di questo blend. Il legno ha ammorbidito la forza del Cabernet Sauvignon imprimendo anche un leggera influenza sui tannini. Il retrogusto risalta la nocciola tostata, il cioccolato e l’amarena. Anche le note vegetali tornano con discreta pulizia nella post gustativa. Questo Codru risulta quasi equilibrato, un po’ di tempo in bottiglia sarà ancora necessario per smussare qualche lieve carattere di gioventù. La persistenza non delude. Piace il suo defilarsi con discrezione.
Magnific 2011. Un vino che incontra decisamente i gusti del pubblico moldavo e che sicuramente soddisfa le esigenze di quei degustatori che per una sera vogliono sentirsi speciali. E per sentirsi speciali ci si lascia avvolgere da questo Cabernet Sauvignon che viene fatto leggermente appassire prima di essere vinificato. Vi farà sentire speciali con i suoi 17° che vi scalderanno l’animo.
Ha un colore rosso rubino quasi impenetrabile con una leggera unghia violacea. Innumerevoli le sensazioni al naso, molta marmellata di amarena, marmellata di prugna, ciliegia, mora e ribes nero con un pizzico di lampone. Poi arrivano quelle note che lo rendono indimenticabile. Caramello , cannella e tostatura. Forti sensazioni balsamiche e un timido accenno di gomma. Tra loro questi sentori olfattivi vivono in una lotta dinamica per non lasciarsi travolgere dalla quantità degli stessi. Ogni volta che si ruota il calice si dà nuova linfa a questi elementi che sembrano non morire mai. Ci troviamo di fronte ad un vino di carattere, deciso , a tratti spigoloso con una presenza acida che fa spallucce con le sensazioni amare in fin di bocca anticipate dal protagonismo delle morbidezza. Un vino diverso, un vino che passa le ore davanti allo specchio per farsi bello perché gli piace farsi notare.
Zeus 2008. Per gli appassionati di Ice Wine questa sarà una bella scoperta. Il vino del ghiaccio non parla solo tedesco. Il centro – nord della Moldavia garantisce temperature ideali per il congelamento dei grappoli. Zeus è un ice wine ottuneuto da sole uve di Muscat Ottonel e ciò è quanto basta per accendere la curiosità. Il vitigno in questione è tra quelli meno famosi della categoria moscati ma che ha il pregio di rendere molto bene in ambienti freddi.
L’acidità non è il suo punto forte. Al contrario non si risparmia in termini olfattivi. Queste caratteristiche organolettiche ne fanno un bel candidato per un vino da dessert che punti deciso e convinto verso la dolcezza. Il grado zuccherino è alto e si percepisce bene fin dall’entrata. In compenso la struttura ed il corpo lo mitigano tanto da non renderlo stucchevole. Il retrogusto è lungo. Affascina con la sua capacità di lasciare la bocca contornata da miele e fiori gialli secchi con una delicata nota di vaniglia.
Si può rendere grazie a questo vino per il suo essere franco, onesto. Questo fin di di bocca non fa altro che mantenere quello che al naso ci avevo promesso. Profumi intensi di miele e vaniglia si alternano al frutta secca e ai fiori di campo. Le sensazioni agrumate rassicurano il degustatore che teme un impatto dolce troppo aggressivo. Il colore dorato lo rendono un Ice Wine così elegante da presentarsi ad una sera di gala.
Ci teniamo ad evidenziare che questa analisi è stata fatta sull’annata 2008, a testimonianza della capacità di invecchiamento di questo Ice Wine Cricova.
Conclusioni.
Abbiamo voluto valutare non solo gli spumanti metodo classico che hanno portato alla ribalta l’azienda. Abbiamo voluto dare spazio anche a quei vini che nel nostro paese sono difficilmente reperibili. Non è stato facile. Ed il bello è proprio questo. Noi di Enoracolo vogliamo scoprire, sperimentare e riportare il nostro punto di vista. Augurandoci che i nostri lettori riescano ad intraprendere le nostre stesse esperienze, e chi non può farlo riesca comunque a far tesoro dei nostri studi e scoperte. Continuando l’approfondimento della viticultura moldava vi abbiamo proposto una delle cantine più rinomate e alcuni dei suoi vini più importanti. Noi siamo rimasti piacevolmente sorpresi e ci stiamo avvicinando a questa realtà con curiosità.Prossimamente andremo alla scoperta di una nuova cantina.
Nel frattempo condividete con noi il vostro punto di vista e, se avete degustato qualche vino Cricova, riportaci la vostre impressioni. Se il tema via incuriosito correte a leggere il nostro articolo sull’azienda Purcari.